Isabel Hernandez approda alla Spezia
La neo-giocatrice della Crédit Agricole: "Sono emozionata, non vedo l'ora di tornare in campo. Qui a Spezia per fare cose importanti"
Secondo acquisto per la Crédit Agricole La Spezia, che è lieta di poter aggiungere Isabel Hernandez al proprio roster per la stagione 2020/21. Un inserimento importante quello di Hernandez, che va a dare ancor più qualità alla squadra di coach Corsolini. Classe 1996, ala, cresciuta nelle giovanili dell’Athena Roma e di Battipaglia, la neo-bianconera si è poi trasferita per quattro anni negli States prima di tornare in Italia, e ora si racconta ai nostri microfoni.
“Dopo lo stop forzato per il Covid – esordisce Isabel –, devo dire che sono molto emozionata per il ritorno in campo, ma penso che questo valga per tutte le altre giocatrici. Anche se all’inizio sarà a porte chiuse, già solo il fatto di tornare a giocare è qualcosa che mi fa molto piacere, perché in questi sei mesi mi è mancato veramente tanto”.
Sull’avventura in maglia bianconera: “Per la nuova stagione abbiamo ottime aspettative, anche se sappiamo che dovremo lavorare molto duramente per competere agli alti livelli a cui aspiriamo. Spero si riesca a fare bene e a divertirci, noi ce la metteremo tutta, e sono contenta di avere un’opportunità come questa”.
Con Spezia, poi, è amore a prima vista: “Questa è la prima volta che vengo a Spezia e devo dire che come città non è niente male, mi sono trovata bene da subito, la prima impressione è stata molto buona. Sono contenta di avere l’opportunità di stare in una cittadina bella, sul mare, e con dintorni stupendi, son curiosa di scoprirla”.
Infine il racconto sui quattro anni trascorsi all’università negli Stati Uniti: “Ho passato due anni alla University of Maine, a Orono, vicino al confine col Canada. La cittadina è molto piccola, l’università molto grande, ma faceva un freddo! Poi, sia per la voglia di provare una città più grande e sia per il fatto che non mi trovavo al meglio con l’allenatore della squadra, mi sono trasferita ad Austin, la capitale del Texas, alla St. Edward’s University, dove ho trascorso gli altri due anni. È stata sicuramente una bellissima esperienza però mi mancavano la cultura italiana e anche il basket europeo, molto più tattico ed intrigante rispetto a quello americano”.